Un contesto fortemente mutato con la pandemia, difficoltà di reperimento del personale, debole attrattività di alcune professioni e, non da ultimo, costi aggiuntivi in capo alle imprese in seguito al rinnovo del Contratto collettivo nazionale (Ccnl) delle cooperative sociali che non ha ancora visto recepiti pienamente gli aumenti nei bandi pubblici e nel sistema accreditato. Tutto questo avendo sullo sfondo profondi mutamenti dei bisogni connessi al welfare e dall’altra parte continui tagli della spesa pubblica. Queste le criticità sul tavolo del confronto dell’Assemblea congressuale di Legacoopsociali Veneto, che si è svolta ieri a Mogliano Veneto (Treviso).
Nonostante tutto, il mondo delle imprese del settore sociale di Legacoop Veneto ha sostanzialmente tenuto, vedendo un lieve aumento per soci e addetti e una crescita di fatturato. Nel dettaglio, il sistema delle associate all’organizzazione conta oggi complessivamente 104 imprese, di cui 56 cooperative sociali di tipo A, 32 di tipo B, 14 plurime di tipo A e B e 2 consorzi. I soci, tra lavoratori e volontari, sono 15mila, mentre sono 11.600 i lavoratori. Infine, il fatturato complessivo per il 2023 è stato pari a 445 milioni di euro. Circa 180mila, secondo le stime, i destinatari dei loro servizi e progetti, che si rivolgono a persone in difficoltà, a famiglie, alla comunità.
Tra i temi caldi al centro dell’Assemblea senz’altro quello del rinnovo del contratto nazionale del lavoro, che ha definito un aumento delle retribuzioni per i lavoratori e le lavoratrici del settore e maggiori tutele: l’aumento, però, a oggi è rimasto ancora in larga misura sulle spalle delle cooperative, evidentemente con un impatto deciso sulla loro tenuta.
«Abbiamo rilevato da parte della Regione del Veneto la disponibilità ad accompagnarci in questo passaggio cruciale per il mondo della cooperazione – ha detto Giulia Casarin, nuova responsabile del settore sociale di Legacoop Veneto nominata proprio nel corso dell’Assemblea –, ma i nodi critici restano numerosi (a partire dalla sostenibilità dei servizi per gli anziani), nodi che influenzano pure la difficoltà di reperimento del personale. Per questo vigileremo e metteremo in campo azioni di sollecitazione, affinché sia supportato con risorse adeguate, e destinate ad hoc, ciò che oggi grava pesantemente sulle nostre imprese: ossia il rispetto dei diritti dei lavoratori e nel contempo la salvaguardia di quelli delle persone utenti dei servizi e delle loro famiglie. Qualora ciò non avvenisse, saremo pronti ad avviare ogni iniziativa opportuna per la difesa del sistema di welfare regionale».
«Con ogni evidenza anche la Manovra di bilancio 2025 avrà un impatto sui territori con prevedibili tagli a carico dei Comuni – ha aggiunto Devis Rizzo, presidente di Legacoop Veneto –. Ancor più per questo, come organizzazione stiamo lavorando per sostenere le nostre imprese, facendo crescere la loro cultura imprenditoriale e la loro capacità di stare sul mercato, sollecitandole a strutturarsi in maniera più efficace e supportandole con strumenti finanziari e formazione (con attenzione forte ai versanti della gestione delle risorse umane e del ricambio generazionale), per poter essere più resilienti e preparate ad affrontare le sfide presenti e future».
E numerose sono state le storie di resilienza e innovazione raccontate nel corso dell’assemblea dalle stesse protagoniste: le cooperative sociali. Da Il Gabbiano 2.0 di Vicenza, storicamente impegnata nell’inserimento lavorativo, che attraverso la voce del presidente Luca Sinigallia ha condiviso una prospettiva di rilancio della funzione sociale delle cooperative di tipo b alla luce delle nuove fragilità emergenti, alla trevigiana La Esse che, ha raccontato la vicepresidente Laura Ribezzo, tiene al centro dell’attenzione quotidianamente i bisogni emergenti dei lavoratori, potenziando così il loro senso di appartenenza e rendendo forte la condivisione degli obiettivi della cooperativa. Ancora, Eleonora Ferrotti membro del cda e responsabile per la gestione del personale di Socioculturale di Mira (Venezia), ha portato l’esperienza in corso volta a contrastare il problema dell’alto turn over di personale sociosanitario nato dopo la pandemia attraverso strumenti di analisi, di ascolto e “cura” delle risorse umane.
L’assemblea ha portato anche all’elezione dei delegati veneti – il cui numero, 22, segue solo a Emilia Romagna, Piemonte e Toscana – al congresso nazionale di Legacoopsociali “Il futuro dal quotidiano”, in programma a Roma giovedì 28 e venerdì 29 novembre. Intervenuto in assemblea pure Massimo Ascari, candidato alla presidenza nazionale di Legacoopsociali.
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